Un lagotto nel 1400
ARTE, LAGOTTO E…
Di Francesco Farina
Caro Presidente, cari Soci, sembrerà strano ma credo di avere fatto una scoperta molto interessante, se non addirittura sensazionale.
Nel nostro paese vi sono personaggi di grande importanza sia nel campo delle scienze che nel campo dell’arte in generale, vorrei parlarvi di un’opera del Mantegna che credo sia per noi Lagottisti di straordinaria importanza.
Ebbene, Andrea Mantegna, pittore ed incisore nato ad Isola di Carturo (PD) nel 1431, morto a Mantova nel 1506, fu un grandissimo caposcuola del Rinascimento italiano, soprattutto in Italia settentrionale, formatosi sulle opere degli artisti toscani operosi nel Veneto, come Filippo Lippi, Paolo Uccello, Andrea del Castagno e soprattutto Donatello (per il decennale impegno nella Basilica padovana di Sant’Antonio)
Il Mantegna seppe con grande maestria rappresentare importanti studi sulla prospettiva e sullo spazio secondo le norme della prospettiva centralizzata brunelleschiana: E’ anche con il Mantegna che attraverso lo spazio prospettico si vuole raggiungere verità concrete che testimoniano l’esperienza dell’ esistere.
Ma bando a qualche cenno di storia dell’arte, veniamo a quanto ho scoperto: nel periodo in cui il Mantegna si trasferì alla corte del marchese Ludovico III Gonzaga in Mantova (1456), lavorando al castello in cicli di affreschi. Sono stato particolarmente attratto dalla bellezza di quelli della “camera degli sposi” o Camera picta, recentemente restaurata (1987), soprattutto dalla scena che rappresenta “l’incontro” ovvero l’incontro tra il marchese ludovico Gonzaga ed un prelato, fra i vari personaggi, piante di agrumi, colli e sullo sfondo architetture con colline alberate, mentre palafrenieri con cani e cavalli rimangono in attesa poco più in là.
Sembrerà strano, sarà solo una mia considerazione, ma a tale affresco si possono dare alcune interpretazioni di carattere cinotecnico.
Ecco infatti che spunta nitida, chiara ed inequivocabile la figura di un cane INVEROSIMILMENTE TUTTO UGUALE AL LAGOTTO posto ai piedi del marchese Ludovico Gonzaga. Straordinario! Nel 1456 fu riprodotta da un grandissimo artista come il Mantegna la prima figura del Lagotto, ne sono certo.
Interpretando l’affresco penso che il Mantegna volle differenziare in questa rappresentazione le due tipologie di cani ovvero: a sinistra della porta lato ovest della camera degli sposi vi sono due palafrenieri con cani bianchi al guinzaglio, chiaro significato che questi avessero carattere e funzioni tipiche dei cani da guardia o da difesa, si notano sia le dimensioni di questi in proporzione alle figure umane ed anche le caratteristiche morfologiche.
Nel lato destro della porta invece troviamo il Lagotto ai piedi del marchese Ludovico Gonzaga. E’ interessante notare come tale figura sia di straordinaria somiglianza agli attuali Lagotti, col pelo riccio, con evidente altezza inferiore al ginocchio del marchese ( e quindi più piccolo dei cani dei palafrenieri), i colori del mantello bianco sporco con la testa marrone, l’attaccatura delle orecchie, l’espressione del muso del cane.
Restano da chiarire alcuni dubbi:
– perchè il Mantegna ritrasse il marchese col proprio Lagotto?
– A quale scopo allora veniva impiegato tale animale?
– Perchè fu rappresentato col marchese e non con i palafrenieri assieme agli altri cani?
Non si sa, ma di certo sappiamo che nelle zone del mantovano, lungo le golene del Po, si trovava e si trova tuttora il tartufo, quello bianco il “tuber Magnatum”; che allora il marchese si sia fatto rappresentare volutamente col suo nobile amico e compagno di lavoro oggi chiamato Lagotto?